Opera minore della letteratura greca tardo‑antica, le epistole erotiche di Aristeneto hanno però goduto di grande attenzione da parte dei filologi (basti qui ricordare l’elegante edizione degli Erotische Briefe commentata da Albin Lesky e apparsa a Zurigo nel 1951) ; il volume curato da Anna Tiziana Drago (d’ora innanzi D.), allieva di Giuseppe Mastromarco e già illustratasi in assaggi parziali sull’opera dell’epistolografo, mette ora a disposizione dei filologi una nuova edizione dell’affascinante corpus, corredata per la prima volta da un amplissimo commento continuo.
La vasta introduzione (pp. 7-77) fornisce anzitutto un quadro della tradizione manoscritta – rappresentata da un unico codice di xii-xiii secolo, conservato oggi a Vienna ma vergato in Terra d’Otranto –, quindi di quella a stampa, recensendo il lavoro erudito compiuto sul testo di Aristeneto dalla filologia moderna dalla princeps di Anversa del 1566 fino alle recenti edizioni curate da Otto Mazal e Jean‑René Vieillefond, quest’ultima assunta dalla D. a base della sua traduzione. Si discute quindi il problema dell’attribuzione e della conseguente cronologia del corpus ; la D. offre un’accurata disamina della questione, che si segnala per completezza di informazione e prudenza esemplare nel vagliare le tesi sin qui avanzate dagli studiosi ; espone partitamente le ragioni che sconsigliano l’identificazione, a lungo vulgata, del nostro Aristeneto con il retore corrispondente di Libanio, morto a metà del iv secolo d.C., e con la consueta cautela ne stabilisce una datazione tarda, tra v e vi secolo, proponendo di collocarlo entro il milieu letterario attivo nella Costantinopoli giustinianea.
Di seguito viene discussa la « genealogia delle Lettere », e dunque la tradizione letteraria entro la quale esse trovano posto e con la quale intessono un dialogo articolato e tutt’altro che univoco. Dissodato ampiamente il campo della Quellenforschung, restano da approfondire, a giudizio della D., i modi in cui la ripresa – notoriamente amplissima – di materiale pregresso da parte di Aristeneto si componga organicamente e sviluppi nuovo senso letterario una volta assunto nel contesto delle epistole, nonché da individuare e documentare forme più ampie di intertestualità, che superino il livello delle corrispondenze micro-testuali per identificare i modelli letterari o senz’altro culturali di riferimento: direzioni tutte di ricerca che la D. illustra con larghezza di esempi e citazioni, muovendosi con piena padronanza tanto attraverso il corpus di Aristeneto quanto nella vasta messe della tradizione che sta alle sue spalle.
In particolare, la studiosa mostra come si accostino e si intersechino, all’interno della stessa epistola, fonti e modelli diversi, o come un modello sia ripreso (e magari « giocato » o degradato) attraverso la mediazione di un testo successivo, determinando una stratificazione di allusioni e imitazioni ; illustra inoltre il rapporto che Aristeneto istituisce con i generi più diversi, dalla poesia lirica all’epica, dalla tragedia, in specie euripidea, alla commedia, cui è consacrata una documentata messa a punto ; discute la spinosa questione dell’effettiva fruizione di testi latini da parte dell’epistolografo, fortemente ridimensionata dalla D. ; infine, esemplifica casi di ripresa parodica o decisamente irriverente dei modelli.
Viene quindi proposta l’opera di Aristeneto, così articolata: al testo greco tiene dietro la traduzione italiana, quindi un’ampia introduzione preliminare al commento, che esamina in modo esaustivo i modelli di ispirazione di ciascuna epistola e il complesso trattamento cui essi sono assoggettati ; di seguito si colloca infine il commento vero e proprio. Quest’ultimo, di larghissimo respiro, di volta in volta illumina i personaggi menzionati nel testo, ove identificabili ; puntualizza i riferimenti a fonti, modelli e passi paralleli già discussi in termini generali nelle introduzioni parziali alle singole epistole (con dotte e utilissime aperture di prospettiva sulle riprese di temi e motivi nella letteratura bizantina e persino in quella medio‑latina) ; mette in luce i raffronti interni alla stessa opera di Aristeneto, che ne confermano la sostanziale omogeneità e compattezza ; affronta, ove del caso, questioni testuali, documentando consensi e dissensi rispetto all’edizione di riferimento ; cita generosamente la bibliografia moderna sui vari temi trattati.
Chiudono l’opera una vasta bibliografia e tre indici (nomi e cose notevoli ; termini greci e latini discussi ; principali passi citati).
Anche da questa succinta presentazione appaiono dunque nitidamente l’ampiezza, l’accuratezza di informazione e l’aggiornamento bibliografico del lavoro della D. : un lavoro destinato a imporsi come punto di riferimento imprescindibile non solo per gli specialisti di Aristeneto o gli studiosi di epistolografia classica, ma più in generale per chiunque intenda accostarsi ai temi dell’eros e della sua rappresentazione nelle culture antiche.
Mario Lentano